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ANIMARE E’ COLTIVARE | |
C’era una volta un grande terreno incolto. Nessuno lo aveva mai coltivato prima e si era riempito di erbacce di ogni tipo tanto che pareva impossibile poterci ricavare qualcosa di buono. Un giorno due contadini che passavano di là in cerca di una terra da coltivare decisero di dare un occhiata più da vicino. Alcuni dei loro amici gli avevano detto che quel campo era senza speranza e che da ormai molti anni nessuno si avvicinava neppure a controllarlo. “Troppi rovi” diceva uno: “non c’è acqua a sufficienza” diceva un altro: “la terra lì non è buona a nulla” sentenziava un altro ancora. Ma i due amici non erano tipi da fermarsi al sentito dire e vollero andare a vedere quel campo da vicino. Scoprirono, così, che alcune delle cose che avevano sentito erano vere; c’erano molte sterpaglie e anche molte tane di roditori e anche l’acqua era un problema perché non arrivava in tutto il campo: ma scoprirono anche che la terra era buona e anzi molto promettente! FINALMENTE ERANO PRONTI PER DISSODARE.
Impugnarono di nuovo vanga e zappa e giù a rivoltare le zolle e a togliere i sassi per preparare una casa calda ed accogliente per tutti i semini che avrebbero piantato. Il sole picchiava alto nel cielo, il vento soffiava e i due sentivano le mani indolenzite per il lavoro. Ma anche stavolta ebbero la meglio……non restava che seminare il grano!
PASSAVANO I MESI E I CONTADINI ATTENDEVANO E ALLA FINE VENNE IL TEMPO DEL GRANO POI venne una grande tempesta che minacciava di distruggere tutto, con vento fulmini e chicchi di grandine grossi come palline da ping pong!! Ma gli eroici contadini si attrezzarono per proteggere il frutto del loro lavoro e, sebbene molto stanchi, poterono dirsi soddisfatti.
Superate queste ultime difficoltà i contadini ricominciarono ad attendere, lavorando spesso insieme, talvolta ognuno in una parte diversa del campo. Certe volte sembrava quasi che non ci fossero e si limitavano a qualche ritocco qua e là: e intanto il sole (entra il sole), col suo prezioso calore dava forza di crescere alle pianticelle mentre l’acqua le riforniva continuamente di nuova vita. Ora non rimaneva che da mietere il raccolto…
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