Oragiovane in collaborazione con MGS Lombardia-Emilia è orgogliosa di lanciare su tutto il territorio nazionale il nuovo progetto "I HAVE A DREAM - Ho fatto un sogno per tutta la vita."
Il progetto editoriale firmato Oragiovane Edu-Entertainment, rientra al pieno nello stile educativo promosso da Oragiovane fornendo uno strumento operativo divertente che aiuti bambini e ragazzi a riscoprire l'immagine di don Bosco.
In un anno fondamentale per la riscoperta della figura di don Bosco, viene proposta una nuova modalità di rilettura del Sogno dei Nove Anni che mira a coinvolgere bambini e ragazzi in un modo unico e divertente.
Un libretto di sedici pagine racconta il Sogno dei Nove Anni di don Bosco e propone un divertente gioco per bambini e ragazzi.
Attraverso le 64 cards illustrate, i più piccoli potranno così calarsi nella realtà del Sogno e riscoprirne i protagonisti e le loro azioni.
Nella storia di Don Bosco i sogni hanno avuto un ruolo fondamentale, difatti San Giovanni Bosco è spesso ricordato come il “santo dei giovani”, ma anche come “il santo dei sogni”.
In particolare il sogno che Don Bosco fa all’età di nove anni segna in modo indelebile la sua esistenza e ne traccia il percorso con tanto di obiettivo, all’apparenza irrealizzabile, di trasformare i “lupi” in “agnelli”.
In realtà Don Bosco non solo realizzerà il proprio sogno coinvolgendo migliaia di giovani in tutto il mondo, ma avrà anche la possibilità di verificare che si è trattato veramente di un “sogno per tutta la vita”: sia perché non ha fatto altro che dedicarsi al bene dei giovani , sia perché al termine della sua esistenza, ha l’occasione concreta di fare un ennesimo “sogno ad occhi aperti”, durante il quale ripercorre come in un film tutta la propria esistenza e si accorge che la promessa della “Signora maestosa”: «A suo tempo tutto comprenderai» è stata pienamente realizzata.
Scoprendo la storia di Giovannino Bosco, potrai capire dalla sua esperienza quanto sia importante, che mentre “sogniamo la nostra felicità”, esiste un “sogno più grande” che ci comprende e che, se siamo capaci di fidarci e di affidarci a “Colui che ci ha sognati da sempre”, vivremo una “vita da sogno”!
SE ANCHE TU VUOI DIVENTARE UN DREAMER, COME GIOVANNI BOSCO, PRPEARATI A GIOCARE SCOPRENDO LE REGOLE E POI, PARTI PER L’AVVENTURA DI UN SOGNO AD OCCHI APERTI!!!
Materiali Per giocare al Sogno dei Nove Anni hai bisogno di almeno un mazzo di carte “I HAVE A DREAM” e un altro amico. Se vuoi puoi giocare con altri amici, unendo più mazzi facendo attenzione a togliere le “carte Luce” doppie.
Ambientazione del gioco Le carte richiamano l’ambientazione del Sogno dei Nove Anni di don Bosco. Ogni singola partita rappresenta un sogno e le persone che vi prendono parte sono i Dreamers (i sognatori).
Obiettivo del Gioco Nel gioco sono presenti carte Amici, Monelli, animali docili, animali negativi, personaggi Luce e elementi Sogno. L’obiettivo di ogni Dreamer è conquistare più carte personaggio e animale positive degli altri giocatori e portarle con sé al risveglio (termine del gioco). Iniziare la partita Prima di cominciare la partita è necessario conoscere bene il Sogno dei Nove anni. Se non lo conosci puoi rimediare leggendo con i tuoi amici il brano de “Il Sogno dei Nove Anni”. Una volta terminata la lettura del brano puoi cominciare! Mischiare bene il mazzo di carte e riporlo al centro del tavolo di gioco. Per stabilire chi comincerà a pescare le carte è possibile tirare un dado o lanciare una monetina. Se è appena stata giocata un’altra partita, chi ha perso inizierà la nuova partita.
Il terreno di gioco Ogni giocatore dispone le proprie carte come in una griglia di 4 caselle verticali affiancate e una casella orizzontale dove evocare le proprie carte speciali. Questa disposizione rappresenta il Terreno di gioco. Nelle quattro caselle verticali potrai evocare 4 carte personaggio o animale che si misureranno con altri quattro personaggi o animali del tuo avversario, a scelta tra le carte Monelli, Amici, Animali feroci, Animali docili. Potrai inoltre scegliere di giocare in quella posizione anche le quattro carte “Luce”. Le quattro caselle verticali evidenziano quattro caratteristiche specifiche nelle quali andranno a sfidarsi i personaggi/animali in gioco: intelligenza, forza, feeling e coraggio.
Siamo lieti di presentarvi in modo ufficiale un nuovo progetto educativo-formativo.
Vogliamo riscoprire insieme a voi "Il Sogno dei 9 anni" di San Giovanni Bosco.
L'esigenza è nata dalla volontà di riproporre all'interno delle nostre realtà educative, la modalità unica di adesione ai sogni da parte di Giovanni. Crediamo sia molto importate nella nostra contemporaneità, riscoprire sogni veri, autentici, sogni che puntano alla piena realizzazione dell'uomo e non all'adesione a qualche desiderio spot.
Ci sembra urgente sviluppare una rilfessione per mettere a fuoco il rapporto che sta tra sogno, attesa, desiderio e vocazione.
Vorremo sviluppare un progetto per presentare o ripresentare Don Bosco e i suoi sogni alle diverse realtà, partendo dalla scuola dell'infanzia fino agli adulti considerando tutti i luoghi di aggregazione (centri giovanili, oratorio, scuole, parrocchie, ecc...).
Il cuore del progetto è modulare per essere in continua crescita, attraverso il meccanismo tipico di internet che è open source. Nello stile Oragiovane, vorremo fornire strumenti operativi e spunti per utilizzare il tema del sogno, come strumento educativo nella formazione giovanile.
Per partire, di settimana in settimana caricheremo nuovi contributi che vi permetteranno di utilizzare il progetto "Sogno dei 9 anni" per sviluppare molteplici itinerari educativi.
Per ogni contributo verrà suggerita una traccia d'utilizzo, ma nello stesso tempo rimarranno "aperti" per permettere a ciascuno di adattare il materiale a seconda delle proprie esigenze.
Il progetto è stato elaborato pensando ai più piccoli, riteniamo infatti importate far conoscere ai bambini la figura di Don Bosco, che, partendo da bambino e affidandosi completamente a Maria Ausiliatrice e a Gesù, ha portato a compimento quel sogno che ha tracciato tutta la sua vita.
Staff Oragiovane per maggiori informazioni contattaci a:
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Le 4 attività che vengono proposte intendono offrire ad animatori e/o catechisti alcuni spunti di riflessione e alcuni materiali utili ad accompagnare i ragazzi nel loro cammino di crescita e maturazione umana e cristiana. I riferimenti alla vita di Don Bosco e ad alcuni passi biblici hanno lo scopo di veicolare innanzitutto l'immediatezza delle "esperienze" pienamente umane narrate nella storia della salvezza. Ma sarà cura dell'animatore valorizzare l'esperienza viva dei ragazzi e quanto essi già vivono. I rimandi alla Spiritualità Giovanile Salesiana (SGS) (vedi http://www.cnos.org/cnos/index.php?option=com_content&view=article&id=526:la-spiritualita-giovanile-salesiana-cg-231990&catid=81:scs&Itemid=117) ha lo scopo di inquadrare l'iniziativa delle 4 attività in una prospettiva generale di educazione alla fede che tenga insieme le diverse dimensioni della vita cristiana prendendo spunto dalle intuizioni di don Bosco. Per ognuna delle 3 fasce d'età, verranno mensilmente proposte alcune semplici attività che metteranno a fuoco di volta in volta un aspetto delle varie dimensioni della SGS. Gli "atteggiamenti da maturare" che vengono suggeriti indicano il "senso" del cammino, i passi/passaggi che si intende compiere con i ragazzi.
Periodo
Titolo
Riferimento alla Spiritualità Giovanile Salesiana
Idea di fondo
Atteggiamenti da maturare
Episodi della vita di Don Bosco
ottobre
Non con le percosse, ma con la mansuetudine.
Attenzione all'umano e al quotidiano
"Con la mansuetudine" operò don Bosco. "Tutto ciò che è umano, mi riguarda", diceva un poeta latino (Terenzio).
"I care", proponeva don Milani ai suoi ragazzi. Bambini e ragazzi vivono intensamente da una parte la scoperta di sè, del proprio mondo interiore, con tutte le dinamiche che ciò comporta e, dall'altra, l'incontro con gli altri (coetanei e adulti) e con l'esperienza "umana" in generale. Perciò in questa prima tappa i ragazzi (con l'attenzione particolare alla fascia d'età di riferimento), a partire dalla loro diretta esperienza di vita, sono invitati e accompagnati a "ri-conoscere" il dono di essere uomini e creature, figli e fratelli e, quindi, a guardare se stessi e gli altri con uno sguardo "buono" (cfr Gen 1,31), senza paure e pregiudizi.
A partire dal proprio quotidiano, dalle situazioni "umane" che si affrontano e dalle persone che si incontrano, si deve provare a guardare oltre, più in profondità, senza fermarsi alle apparenze, cogliendo e accogliendo gli appelli alla "vita piena" che sono posti nel cammino di ciascuno.
Da un atteggiamento di egocentrismo, indifferenza e lamentela, all'assunzione di uno sguardo nuovo e buono su se stessi e gli altri.
Dall'eccesso di parole e rumore, all'ascolto di sé, degli altri e della Parola di Dio
"Un sogno che spalanca la vita", dalle, Memorie dell'oratorio di Don Bosco, in http://www.donboscoland.it/articoli/articolo.php?id=3814
oppure: “Il sogno dei 9 anni”da T. Bosco, Una magnifica storia, pp. 8-10.
oppure: "Il primissimo oratorio" dalle Memorie dell'oratorio, in http://www.donboscoland.it/articoli/articolo.php?id=3842
novembre
Stare sempre allegri.
Assumere lo stile dell'ottimismo e e dell'impegno
Gesù, all'inizio della la sua missione, ci invita ad essere "felici".
Don Bosco, da ragazzo, fonda la Società dell'allegria. Lo stile salesiano è uno stile e una scelta: l'uomo, il cristiano, cammina speditamente se animato dall'ottimismo che non è ingenuità, bensì fiducia in Dio e desiderio di realizzare un grande progetto di una vita piena. Per essere cristiani ("santi") per don Bosco bisogna essere "allegri", cioè veri con se stessi e con gli altri e propositivi. L'ottimismo si manifesta poi nella dimensione della festa
Dal pensare troppo a se stessi, alla propositività e all'impegno gioioso.
Dalla preoccupazione di apparire come i migliori e alla moda, al vigilare sull'autenticità della propria gioia
"La Società dell'allegria" dalle Memorie dell'oratorio, in http://www.donboscoland.it/articoli/articolo.php?id=3820
dicembre
Buoni cristiani.
Amicizia col Signore Gesù
In ascolto di Gesù e in cammino con lui, vero uomo, si assume il suo sguardo sul mondo, la sua sensibilità, si interpretano i fatti con la sua mentalità. Gesù bisogna farselo amico non perché ci risolva tutti i problemi ma perché ci offre sempre nuove chiavi di lettura della realtà; si mette al nostro fianco senza giudicarci, ci aspetta se ne abbiamo bisogno, ci rassicura. Come per ogni amicizia, c'è poi bisogno di concretezza: conoscere Gesù, le sue parole e i suoi gesti descritti nel Vangelo, partecipare all'Eucaristia, riservare un po' di tempo alla preghiera, ecc.
Dall'abitudine di fare le scelte da soli e solo con i propri criteri, alla conoscenza e confronto con l'esempio di Gesù.
"Don Borel e la predica dei cavoli", in http://www.donboscoland.it/articoli/articolo.php?id=3846
oppure: “Mia madre mi insegnò a pregare” da Don Bosco, la magnifica storia, pp. 35-36
gennaio
Onesti cittadini.
Comunione ecclesiale e servizio responsabile
Crescere significa diventare sempre più responsabili. Nella Chiesa i cristiani sperimentano e imparano lo stile dell'accoglienza e del servizio. Aiutati dai fratelli e attenti ai segni dei tempi, seguono Gesù e con Lui potranno fare "cose grandi" per il bene di ogni uomo e del mondo intero. Si tratta di ritornare a calarsi nel quotidiano consapevoli di essere in cammino con altri fratelli, responsabili di un compito che il Padre ha affidato a ciascuno di noi. Gli ambiti nei quali è richiesto il nostro impegno sono i più vari (in famiglia, nello sport, a scuola, nell'ambiente – ecologia – nelle varie forme di volontariato, ecc.)
Dal fare le varie cose per abitudine e senza un progetto, alla consapevolezza di contribuire a rendere sempre più belli la nostra vita e il mondo intero.
Dalla retorica dell'impegno, alla concretezza dei piccoli-grandi gesti quotidiani.
"Che cosa farò della mia vita?" dalle Memorie dell'oratorio, in http://www.donboscoland.it/articoli/articolo.php?id=3828
oppure: “Io devo studiare” da T. Bosco, Don Bosco, la storia magnifica,
I PASSI BIBLICI DI RIFERIMENTO PER LE DIVERSE FASCIE D'ETA' (segue)
"All’età di nove anni ho fatto un sogno, che mi rimase profondamente impresso nella mente per tutta la vita. Nel sonno mi parve di essere vicino a casa, in un cortile assai spazioso, dove stava raccolta una moltitudine di fanciulli, che si trastullavano. Alcuni ridevano, altri giocavano, non pochi bestemmiavano. All'udire quelle bestemmie mi sono subito lanciato in mezzo di loro, adoperando pugni e parole per farli tacere.
In quel momento apparve un uomo venerando, in virile età, nobilmente vestito. Un manto bianco gli copriva tutta la persona; ma la sua faccia era così luminosa, che io non potevo rimirarlo. Egli mi chiamò per nome e mi ordinò di pormi alla testa di quei fanciulli aggiungendo queste parole: - Non con le percosse, ma con la mansuetudine e con la carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Mettiti dunque immediatamente a fare loro un'istruzione sulla bruttezza dei peccato e sulla preziosità della virtù. Confuso e spaventato soggiunsi che io ero un povero ed ignorante fanciullo, incapace di parlare di religione a quei giovanetti. In quel momento que' ragazzi cessando dalle risse, dagli schiamazzi e dalle bestemmie, si raccolsero tutti intorno a colui che parlava.
Quasi senza sapere che mi dicessi, soggiunsi: - Chi siete voi che mi comandate cosa impossibile? - Appuntoperché tali cose ti sembrano impossibili, devi renderle possibili con l’ubbidienza e con l’acquisto della scienza. - Dove, con quali mezzi potrò acquistare la scienza? - Io ti darò la maestra, sotto alla cui disciplina puoi diventare sapiente, e senza cui ogni sapienza diviene stoltezza. - Ma chi siete voi, che parlate in questo modo? - Io sono il figlio di colei, che tua madre ti insegnò di salutare tre volte al giorno. - Mia madre mi dice di non associarmi con quelli che non conosco, senza suo permesso; perciò ditemi il vostro nome. - Il mio nome domandalo a mia madre.
In quel momento vidi accanto a lui una donna di maestoso aspetto, vestita di un manto, che risplendeva da tutte le parti, come se ogni punto di quello fosse una fulgidissima stella. Scorgendomi sempre più confuso nelle mie domande e risposte, mi accennò di avvicinarmi a lei, mi prese con bontà per mano e mi disse: - Guarda. Guardando mi accorsi che quei fanciulli erano tutti fuggiti ed in loro vece vidi una moltitudine di capretti, di cani, orsi e di parecchi altri animali. - Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare. Renditi umile, forte e robusto: e ciò che in questo momento vedi succedere di questi animali, tu dovrai farlo per i miei figli. Volsi allora lo sguardo ed ecco invece di animali feroci, apparvero altrettanti mansueti agnelli, che, saltellando, correvano attorno belando, come per fare festa a quell’uomo e a quella signora. A quel punto, sempre nel sonno, mi misi a piangere, e pregai a voler parlare in modo da capire, poiché io non sapevo quale cosa volesse significare. Allora ella mi pose la mano sul capo dicendomi: - A suo tempo tutto comprenderai.
Ciò detto, un rumore mi svegliò; ed ogni cosa disparve. lo rimasi sbalordito. Mi sembrava di avere le mani che mi facessero male per i pugni che avevo dato, che la faccia mi dolesse per gli schiaffi ricevuti. Quel personaggio, quella donna, le cose dette e quelle udite, mi occuparono talmente la mente che, per quella notte, non mi fu più possibile prendere sonno."
Young Dreamers Quando il Sogno diventa Realizzazione Piena dell'Umano
È possibile sognare ancora? I giovani sanno sognare? La nostra società sa sognare?
È questa la domanda che ci siamo fatti durante una della nostre riunioni, una domanda che ci ha aperto un mondo sul quale guardare, e sul quale in qualche modo cercare una risposta alle domande che ci si ponevano innanzi.
Il mondo giovanile contemporaneo è pervaso da "Passioni Tristi", così definite da Spinoza, un velo di tristezza che offusca l'incedere delle giovani generazioni nella loro vita. È l'impotenza che guida le scelte, perché i valori sono tramontati, e la mancanza di nuovi valori fondanti la vita degli uomini tarda a comparire all'orizzonte.
Il mondo della comunicazione non aiuta, il suo incedere nella vita dei giovani è ormai senza alcun freno. L'individuo deve diventare il più velocemente possibile "consumatore attivo", i desideri devono essere orientati al consumo attivo della "merce".
Le società occidentali sono diventate espertissime nel saper trattare il desiderio, nel canalizzarlo, nel guidarlo verso il consumo continuo di prodotti e servizi "nuovi".
Questa "fame cieca" di nuovi consumatori ha iniziato in un primo momento a invadere il mondo giovanile per poi invadere negli ultimi tempi il mondo dei piccoli e dell'infanzia.
L'obiettivo imperante delle grandi aziende e delle agenzie comunicative è quello di colpire i portafogli dei genitori attraverso le richieste dei loro figli.
Se fino ad oggi gli slogan erano "Adolescenza rubata" oggi dovremmo spostare il termine di analisi all'infanzia. Bambini depredati dei loro sogni per aderire a un sogno "collettivo"; ma di collettività poco si tratta, piuttosto parliamo di regole di mercato, di leggi economiche che sembrano non essere dominate da nessuno, ma che inesorabili ti guidano e ti portano per mano verso il loro obiettivo.
Le società evolute ci chiedono e chiedono ai nostri figli di "barattare" il sogno della propria vita ancora prima di scoprirlo, in cambio di un "sogno liquido", un sogno i cui contorni sono labili come labili sono le mode del momento.
Non stiamo parlando di sogni onirici, spero sia chiaro, ma di sogni come epifania del proprio destino, della propria vocazione, sogni che sanno essere misura del proprio progetto di vita.
Il desiderio è strettamente collegato con la capacità di saper sognare.
L'etimologia della parola desiderio (de-sidero) rimanda al "De Bello Gallico": i desiderantes erano soldati che stavano sotto le stelle ad aspettare quelli che dopo aver combattuto durante il giorno, non erano ancora tornati. Da qui il significato del verbo: stare sotto le stelle.
Uno stare sotto la luce, in attesa che si dischiuda la promessa dell'arrivo dei compagni attesi.
È l'attesa, la promessa che è custodita dentro al sogno.
L'attesa è la distanza che separa il sogno dalla sua piena realizzazione e l'attesa della realizzazione della promessa alimenta e sostiene il "desiderio".
Non è forse nel desiderare fortemente la realizzazione piena della nostra umanità che si può compiere in noi la vera promessa? Per noi cristiani il senso pieno della nostra umanità è l'orientare la nostra libertà nell'aderire al sogno che Dio ha per noi.
Ma allora nel sogno come epifania della nostra vita, si nasconde quel progetto che Dio ci propone e che ci chiede di seguirlo desiderando la pienezza della nostra felicità, che si compie dando forma alla propria vocazione, imparando a vedere la presenza di Dio nella quotidianità della vita.
Ne scaturisce che il sogno è più grande della dimensione materiale alla quale siamo abituati, è uno sguardo che punta in alto, che vuole scorgere le verità profonde che sono per noi e per la nostra vita; significa rinnovare continuamente ciò che siamo alla luce del cammmino di fede che ci viene proposto dentro le strade della nostra vita.